ST. JOSEPH2024-03-29T04:44:32ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconihttp://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/360915466?profile=RESIZE_48X48&width=48&height=48&crop=1%3A1http://aeron.ning.com/forum/topic/listForContributor?user=2i0pcdjpgx8a3&feed=yes&xn_auth=noANNO DI SAN GIUSEPPEtag:aeron.ning.com,2021-02-03:2240965:Topic:487602021-02-03T10:21:51.996ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>Dal 2013 la Chiesa durante la Messa nelle preghiere eucaristiche invita tutti i fedeli ogni giorno ad invocare san Giuseppe. Testualmente il celebrante si esprime così rivolgendosi a Dio: “Donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con san Giuseppe suo sposo, con gli apostoli e tutti i santi”.</p>
<p><br></br> Una menzione discreta, come da par suo è lo stile che caratterizza questo santo, eppure importante. Un’importanza che non meraviglia chi…</p>
<p>Dal 2013 la Chiesa durante la Messa nelle preghiere eucaristiche invita tutti i fedeli ogni giorno ad invocare san Giuseppe. Testualmente il celebrante si esprime così rivolgendosi a Dio: “Donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con san Giuseppe suo sposo, con gli apostoli e tutti i santi”.</p>
<p><br/> Una menzione discreta, come da par suo è lo stile che caratterizza questo santo, eppure importante. Un’importanza che non meraviglia chi riconosce il ruolo speciale del padre terreno del Signore. Del resto è stata davvero speciale la sua presenza all’inizio della redenzione, che è stata affidata dal Padre eterno precisamente alla sua “premurosa custodia”, secondo l’espressione della liturgia nella solennità del 19 marzo.</p>
<p><br/> Un prodromo di tale peculiarità è venuto alla luce 150 anni fa, quando san Giuseppe è stato ufficialmente proclamato Patrono della Chiesa universale. Il Papa di allora, il beato Pio IX, nel 1870 lo indicò profeticamente come il protettore ideale della comunità cristiana nel mondo. In un momento difficile, in cui non si sapeva a chi aggrapparsi, si trova il Patrono giusto. Come dice la preghiera solenne del suo successore Leone XIII: “A te o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, noi ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio”.</p>
<p><br/> Il motivo è presto spiegato: se la Chiesa nasce in nuce come in una culla nella santa Famiglia di Nazaret, di cui è posto come capofamiglia san Giuseppe, è proprio il suo compito da sempre quello di proteggere la Chiesa. Fanno ben riflettere quelle parole, nella medesima preghiera, davanti a tutti i mali del mondo: “Assistici propizio dal Cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore”. Ci avvediamo infatti di essere a rischio ed esposti a tanti pericoli, di cui non ci rendiamo conto. Basta una malattia, o un virus invisibile, o qualunque altra minaccia, per sentirci fragili e indifesi. Chi ci può difendere? Sempre tale preghiera offre una risposta e la individua nella missione paterna del Custode del Redentore: “Come un tempo scampasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità”.</p>
<p><br/> Come nella sua azione di padre del Figlio di Dio ha saputo custodire e scampare il bambino Gesù e la sua famiglia, così ancora oggi san Giuseppe è pronto a difendere Cristo e la Chiesa. Nel tempo e nello spazio, individualmente e comunitariamente, non mancano bisogni e necessità di aiuto per ognuno e per tutta la Chiesa. San Giovanni Paolo II ha ribadito nel documento “Redemptoris custos”, che presenta la figura di san Giuseppe nel mistero di Cristo e della Chiesa, che abbiamo “perduranti motivi” per affidarci al Patrono della Chiesa del nostro tempo. Benedetto XVI ha affermato chiaramente: “Questa rimane la sua missione per sempre: custodire la Chiesa e il Nostro Signore” (19.3.2011).</p>
<p><br/> Ultimamente papa Francesco invita alla preghiera per il Paese, nel giorno della sua festa, nella crisi della pandemia:</p>
<p><br/> “Preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia”. Quindi ciascuno dei fedeli e la comunità cristiana intera è chiamato da un lato a far crescere in sé e nel mondo la presenza del Signore, dall’altro a riconoscere in san Giuseppe il padre e il protettore. Quel bambino Gesù che vediamo tra le braccia di Giuseppe rappresenta ognuno di noi e la Chiesa intera. È allora importante che ci vediamo come figli suoi, comprendendo che lui è stato scelto da Dio per prendersi cura di noi, per custodirci e farci crescere con la sua premura paterna. Come una volta in terra, ha protetto Gesù e Maria, così ora dal Cielo continua la sua protezione nei riguardi di tutti. Come la sua sposa Maria è “Madre della Chiesa” così c’è da vedere in san Giuseppe il ”Patrono della Chiesa”, il Papà che ci guida nella fede e ci accompagna nel cammino della vita. È lui che ha il ruolo giusto per far crescere Gesù in noi e in mezzo a noi. Nella sua intercessione abbiamo l’aiuto migliore per diventare veri cristiani e autentica comunità ecclesiale. Guardando al suo esempio e alla Santa Famiglia che gli è affidata intuiamo una nuova ecclesiologia: quella che ci fa vedere a Nazaret, in Gesù, Maria e Giuseppe il modello da seguire; quella che ci fa vedere la Chiesa come comunità dove è presente il Signore, a immagine di Gesù in mezzo a Maria e a Giuseppe perfettamente uniti nel suo amore (Matteo 18,20).</p>
<p><br/> Dunque la preghiera quotidiana a san Giuseppe è doverosa e quanto mai opportuna anche oggi per tutta la Chiesa, che ha nel Padre celeste la sua sussistenza in ogni tempo e luogo, e che trova nel padre terreno del Figlio di Dio il suo Patrono universale. Risulta di grande attualità e significato quindi l’indizione dell’Anno di san Giuseppe fatta ora da papa Francesco, promulgando la lettera apostolica “Con cuore di padre”. E allora Buon Anno di san Giuseppe!</p>
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<p>padre Angelo Catapano</p> Questioni giuseppine / 11 - PADRE DELLA CHIESAtag:aeron.ning.com,2020-10-19:2240965:Topic:292882020-10-19T17:29:54.274ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>San Giuseppe è stato proclamato Patrono della Chiesa nel 1870. Ora ricorrono 150 anni da tale proclamazione. E’ augurabile la riproposizione della sua figura e della sua missione nella Chiesa e nel mondo d’oggi. Secondo l’espressione di san Giovanni Paolo II nella “Redemptoris custos” è da riscoprire come “patrono del nostro tempo”. Il popolo di Dio deve essere maggiormente consapevole di avere un protettore che dal Cielo esercita questa sua speciale funzione nei riguardi della comunità…</p>
<p>San Giuseppe è stato proclamato Patrono della Chiesa nel 1870. Ora ricorrono 150 anni da tale proclamazione. E’ augurabile la riproposizione della sua figura e della sua missione nella Chiesa e nel mondo d’oggi. Secondo l’espressione di san Giovanni Paolo II nella “Redemptoris custos” è da riscoprire come “patrono del nostro tempo”. Il popolo di Dio deve essere maggiormente consapevole di avere un protettore che dal Cielo esercita questa sua speciale funzione nei riguardi della comunità cristiana pellegrinante sulla terra.</p>
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<p>A san Giuseppe è affidata in modo particolare la Chiesa, come gli era affidata dal Padre eterno la custodia e la difesa della Santa Famiglia a Nazaret. E’ proprio lì che si ritrova l’origine della “famiglia” ecclesiale e sulle sue orme cominciano i passi dei credenti in Cristo. Quale migliore patrono e custode a cui ricorrere anche oggi?</p>
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<p>Papa Francesco ha evidenziato questo suo ruolo iniziando il pontificato nella festa di San Giuseppe, affidando alla sua “premurosa custodia” (come dice la liturgia il 19 marzo), la Chiesa, il mondo e tutto il creato, alle prese con le sfide del nostro tempo. Il papa ha confidato pure che a questo santo protettore affida i problemi e le intenzioni di preghiera tramite dei biglietti che mette sotto la sua statua che ha posto nella stanza dove abita. Giustamente è stato da lui decretato che il nome di San Giuseppe (dopo quello di Maria sua sposa), sia invocato ogni giorno nella preghiera eucaristica della Messa.</p>
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<p>E’ “veramente cosa buona e giusta” (e anche nostro dovere) ricordare ai fedeli il suo patrocinio in particolare in occasione delle sue feste, nel mese di marzo, nel tempo di Natale, preferibilmente il mercoledì. Non è da dimenticare nelle occasioni opportune, nella predicazione e nella catechesi, nei sacramenti del battesimo e del matrimonio. Si può valorizzare la sua figura nei rapporti col mondo del lavoro, con i fidanzati, con i genitori e gli educatori. Nel ricordo dei defunti va invocato quale “patrono della buona morte” (come lo presenta il catechismo della Chiesa cattolica).</p>
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<p>Si possono proporre delle “peregrinatio” o dei “momenti giuseppini” a lui dedicati nelle parrocchie, nelle comunità e nei gruppi. Le iniziative possono essere varie e adattate secondo la diversità dei tempi e dei luoghi. L’ideale è di riconoscere in san Giuseppe un vero e proprio “padre della Chiesa”, similmente a Maria “madre della Chiesa”, così da farci prendere per mano dalla sua guida paterna.</p>
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<p>Quindi vedere noi stessi, ognuno e comunitariamente, come figli suoi, da lui cresciuti similmente al figlio Gesù, condotti dal suo esempio e dalla sua intercessione nel cammino umano e cristiano. Nel santuario di San Giuseppe Vesuviano è custodita una tela settecentesca che lo rappresenta nella gloria incoronato dal Padre eterno e dagli angeli in Cielo. Con la grazia speciale di un tale celeste Patrono si va sicuri verso il suo divin Figlio, centro del cosmo e della storia, cuore della Chiesa intera.</p>
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<p>Angelo Catapano</p> Questioni giuseppine / 10 - UN SILENZIO D'OROtag:aeron.ning.com,2020-08-08:2240965:Topic:238832020-08-08T09:51:17.462ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>Spesso san Giuseppe viene definito come “il santo del silenzio”. In effetti i vangeli non ci riportano nemmeno una sua parola. Anche quando ci si aspetterebbe che parlasse intervengono piuttosto gli altri, la madre e il figlio.</p>
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<p>Certamente non era muto, avrà detto la sua al momento giusto e avrà difeso con coraggio la famiglia che gli era affidata. Possiamo ben immaginarci che abbia preso posizione chiaramente in tante occasioni in cui è stato coinvolto.</p>
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<p>Però ci…</p>
<p>Spesso san Giuseppe viene definito come “il santo del silenzio”. In effetti i vangeli non ci riportano nemmeno una sua parola. Anche quando ci si aspetterebbe che parlasse intervengono piuttosto gli altri, la madre e il figlio.</p>
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<p>Certamente non era muto, avrà detto la sua al momento giusto e avrà difeso con coraggio la famiglia che gli era affidata. Possiamo ben immaginarci che abbia preso posizione chiaramente in tante occasioni in cui è stato coinvolto.</p>
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<p>Però ci piace pensare che sia stato l’uomo del “fare”, come ce lo presenta la Parola di Dio, che ha taciuto all’occorrenza, senza moltiplicare chiacchiere e vane parole. Lo crediamo il tipo che non ha inseguito la smania del protagonismo, che il più delle volte ha scelto la via dell’umiltà e del nascondimento. Gli anni della cosiddetta “vita nascosta” a Nazaret, sono soprattutto gli anni suoi, insieme a quelli del figlio nell’infanzia e nell’adolescenza.</p>
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<p>Appare piuttosto in maggiore evidenza la presenza di Maria a Betlemme nella nascita del bambino e a Gerusalemme nella presentazione di Gesù al tempio, e poi più tardi alle nozze di Cana, durante la predicazione in Galilea, fino ai piedi della croce sul Calvario, alla morte e alla risurrezione del Signore, alla Pentecoste.</p>
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<p>Del resto c’è da aggiungere qualcosa che va più in profondità. Bisogna dire che il sì di san Giuseppe, detto e ripetuto fin dall’annunciazione dell’angelo più con la vita che con le parole, mette il nostro santo in ombra e in un’oscurità tutta sua. Ma è un silenzio e un’oscurità che ha una sua bellezza, che splende davanti agli occhi di chi la capisce e la sa ammirare. E’ una lezione importante da imparare e che va controcorrente in un mondo in cui tante volte domina l’apparire, l’immagine, il successo.</p>
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<p>E’ bello che Giuseppe ci insegni a porre in risalto non noi stessi ma Gesù e Maria. Sono loro la luce che deve brillare davanti a tutti. Sono le parole di Cristo Signore e del suo vangelo che devono portare frutto in noi e nel mondo.</p>
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<p>Parole eterne che risplendono maggiormente per l’ombra che san Giuseppe gli fa intorno e che stemperano il quadro (che altrimenti sarebbe abbagliante). Parole che vengono ancor più alla luce sul vuoto e lo spazio libero lasciato dal nostro santo. Si direbbe che la sua è un’opera caravaggesca, e più esattamente divina.</p>
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<p>La sua arte è quella di rendersi sempre meno necessario, quella di “scomparire” fino a morire (anche della sua dipartita non sappiamo nulla). San Giuseppe è come lo sfondo, la pagina bianca, su cui il Verbo di Dio ha potuto proclamare la sua Parola immortale. Il suo silenzio ha molto da dire, è un silenzio d’oro, che parla fortemente d’amore.</p>
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<p>Angelo Catapano</p> Questioni giuseppine / 9 - GLI ANGELI E SAN GIUSEPPEtag:aeron.ning.com,2020-07-07:2240965:Topic:236822020-07-07T15:10:59.226ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>E’ considerevole che l’intreccio tra gli angeli e san Giuseppe, specialmente nei momenti più importanti e delicati della sua storia, è straordinario. Vi si può scorgere un motivo di riflessione da non trascurare. E’ l’unico personaggio del Vangelo che ci viene presentato così, puntualmente guidato dagli angeli in quei passaggi cruciali della sua esistenza. Prima di tutto l’annunciazione. Mentre per Maria avviene con la visita dell’angelo, che le parla e a cui lei risponde, per Giuseppe si…</p>
<p>E’ considerevole che l’intreccio tra gli angeli e san Giuseppe, specialmente nei momenti più importanti e delicati della sua storia, è straordinario. Vi si può scorgere un motivo di riflessione da non trascurare. E’ l’unico personaggio del Vangelo che ci viene presentato così, puntualmente guidato dagli angeli in quei passaggi cruciali della sua esistenza. Prima di tutto l’annunciazione. Mentre per Maria avviene con la visita dell’angelo, che le parla e a cui lei risponde, per Giuseppe si tratta di un messaggio angelico in sogno. L’angelo, probabilmente Gabriele come alla sposa, gli appare nella notte mentre dorme. Gli porta l’annuncio della venuta del Messia, che deve accogliere come un padre, e gli dichiara che è volontà di Dio il suo matrimonio con Maria, che deve accogliere essendo sua sposa (Matteo 1,20-21). Certo Giuseppe non dorme sonni tranquilli, turbato per la gravidanza di Maria e per la scelta da compiere. L’annuncio che riceve dall’angelo è reale e nel medesimo tempo liberatorio. Lascia ogni buio, dubbio e paura. D’ora in poi è chiaro cosa deve fare, qual è la sua vocazione e la missione a cui rimanere fedele. Essere padre di Gesù, sebbene non partecipando al concepimento, e mettergli il nome che l’angelo gli dice: compito preciso del padre che accetta così la paternità davanti a Dio e agli uomini. Essere sposo di Maria, concludere le nozze e portarla definitivamente con sé: è quello il posto che il Signore gli assegna e davanti al quale non tirarsi indietro. Dopo la visita dei Magi, avviene la fuga in Egitto. E’ sempre l’angelo in sogno che chiede a Giuseppe di alzarsi, prendere il bambino e sua madre e rifugiarsi in quella terra straniera. E’ in pericolo la loro vita, il re Erode vuole uccidere Gesù da cui si sente minacciato (Matteo 2, 13-15). Giuseppe obbedisce con prontezza ed estrema fedeltà. Diventa così il “custode del Redentore”, come lo definirà san Giovanni Paolo II. Forte e coraggioso, difende il figlio e la sposa. Affronta un viaggio lungo e faticoso: circa 500 km. E’ il custode premuroso della Vergine Maria. E’ lo scudo di cui il Padre si serve per “salvare il Salvatore” che ha inviato nel mondo. Dopo l’esilio in terra d’Egitto, che rinnova l’esperienza dell’antico Giuseppe e di Mosè, dell’esodo e del deserto, di cui si può ben immaginare gli stenti e gli ostacoli, arriva un nuovo ordine. Un messaggio che gli giunge sempre tramite l’angelo, durante il sonno. Morto Erode, c’è da ritornare nella propria terra in Israele e trasferirsi a Nazaret al nord in Galilea (Matteo 2,19-23). E’ questo il luogo della Santa Famiglia, dove pregano e lavorano, dove custodiscono l’amore e cresce Gesù, “in sapienza, età e grazia” (Luca 2,52), finché è pronto alla sua missione di maestro e pastore, di guarigione e salvezza. Sorprende dunque questo percorso di san Giuseppe, di cui non c’è motivo di mettere in dubbio la storicità (come taluni hanno fatto). Un percorso puntellato dai messaggi angelici in altrettante notti, notti che possiamo considerare cronologiche e più ancora dello spirito. Che grande cammino si prospetta, se guidato sulle orme del nostro santo dalla volontà di Dio e custodito dai suoi angeli, riconosciuti come veri “angeli custodi”.</p>
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<p>Angelo Catapano</p> Questioni giuseppine / 8 - PRESENTAZIONE DI GESU’tag:aeron.ning.com,2020-06-18:2240965:Topic:235822020-06-18T15:14:10.302ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>C’è da considerare la Presentazione di Gesù bambino al tempio come festa del Signore, e tale è primariamente, ma anche di Maria e di Giuseppe, dato che sono loro che lo portano e lo offrono a Dio. Ossequienti alla legge di Mosè, con questo rito, previsto dopo 40 giorni dalla nascita, avviene la purificazione della madre e il riscatto del primogenito. I genitori si recano al tempio, benché non era necessario, ma bastava fare un’offerta ai sacerdoti del proprio villaggio, anche se la vicinanza…</p>
<p>C’è da considerare la Presentazione di Gesù bambino al tempio come festa del Signore, e tale è primariamente, ma anche di Maria e di Giuseppe, dato che sono loro che lo portano e lo offrono a Dio. Ossequienti alla legge di Mosè, con questo rito, previsto dopo 40 giorni dalla nascita, avviene la purificazione della madre e il riscatto del primogenito. I genitori si recano al tempio, benché non era necessario, ma bastava fare un’offerta ai sacerdoti del proprio villaggio, anche se la vicinanza di Betlemme a Gerusalemme deve averlo favorito. La madre del bambino doveva essere presente, ma anche Giuseppe, nell’esercizio della sua funzione paterna, non poteva mancare. Nel tempio le donne, e anche Maria, potevano accedere nel “cortile dei Gentili” e in quello riservato a loro, ma solo gli uomini potevano oltrepassarlo e avvicinarsi al “santo dei santi” dove potevano entrare solo i sacerdoti. Dunque proprio san Giuseppe ha il compito di “presentare” Gesù all’interno del tempio. E’ allora da lui e dalla sua sposa che possiamo imparare quel compito che abbiamo tutti i cristiani: presentare Cristo Signore al mondo, con la parola e con la vita. Dal racconto di Luca sappiamo come vanno le cose, l’incontro inatteso con Simeone e Anna, la profezia sul Messia “luce per illuminare le genti”, l’offerta di due tortore o giovani colombi da parte loro, che è il dono dei poveri (2,22-38). E’ interessante che nel nostro santuario di San Giuseppe Vesuviano, ai lati dell’altare maggiore, ci sono due pannelli in mosaico che raffigurano proprio due colombi, a ricordo di tale rito. Nella tradizione iconografica ortodossa il nostro santo viene raffigurato in genere portando questo suo dono. E’ indovinato che nella data della presentazione, il 2 febbraio, si celebri pure la giornata della vita consacrata: Maria e Giuseppe consacrano a Dio il Figlio divino e nel medesimo tempo consacrano se stessi. Diventano così il modello perfetto dei consacrati e degli sposati. E’ così che la festa della presentazione, festa del Signore, diventa pure festa mariana e giuseppina.</p>
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<p>Angelo Catapano</p> Questioni giuseppine / 7 - DA ADAMO A GIUSEPPEtag:aeron.ning.com,2020-03-04:2240965:Topic:233852020-03-04T16:20:48.015ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>Se la creazione del mondo avviene con la coppia iniziale di Adamo ed Eva, possiamo dire che la nuova creazione avviene con Giuseppe e Maria. Infatti il creato viene rinnovato con la venuta del Signore Gesù e con la sua nuova ed eterna alleanza. E’ come una nuova creazione che viene instaurata da Cristo. Per questo evento centrale il Creatore si serve di una nuova coppia, quella costituita dalla Madonna e san Giuseppe. Vengono chiamati ambedue dal Padre eterno a cooperare all’incarnazione e…</p>
<p>Se la creazione del mondo avviene con la coppia iniziale di Adamo ed Eva, possiamo dire che la nuova creazione avviene con Giuseppe e Maria. Infatti il creato viene rinnovato con la venuta del Signore Gesù e con la sua nuova ed eterna alleanza. E’ come una nuova creazione che viene instaurata da Cristo. Per questo evento centrale il Creatore si serve di una nuova coppia, quella costituita dalla Madonna e san Giuseppe. Vengono chiamati ambedue dal Padre eterno a cooperare all’incarnazione e alla redenzione che viene compiuta dal Figlio di Dio. Diventano così i personaggi più importanti della storia, per la loro collaborazione al mistero della salvezza, con la loro umiltà e disponibilità. Nel racconto biblico della creazione troviamo il primo uomo, Adamo, che dorme e durante il sonno Dio da una sua costola crea la donna, Eva, la madre di tutti i viventi (Genesi 2,21) e comincia la storia dell’umanità. Una storia segnata dal peccato originale, costellata dai patriarchi e dai profeti, col susseguirsi di luci ed ombre. All’inizio della redenzione Dio pensa di affidare i primi passi della nuova era a Giuseppe di Nazaret, chiamato ad una missione che supera quella degli antichi padri. Anche lui come Adamo viene chiamato mentre dorme. Durante il sonno il Signore gli manda in sogno il suo angelo che gli chiede di accogliere con sé la sposa Maria e di fare da padre a Gesù (Matteo 1,18-25). E’ la storia della nuova alleanza che in quel tempo comincia e dura per sempre. Sulla medesima linea si ritrova anche papa Francesco quando parla di san Giuseppe “dormiente” che nei sogni scopre i sogni di Dio. Appare davvero significativo questo parallelismo che unisce i millenni in unico arco di luce che è “il mistero nascosto da secoli nella mente di Dio creatore dell’universo” (Efesini 1,9), rivelato con l’avvento di Cristo e grazie al sì di Maria e di Giuseppe. Un aggancio tra il primo uomo e il Custode del Redentore che si presenta interessante per i risvolti che ne possono scaturire. Un mistero imperscrutabile e sovrabbondante di grazia che solo Dio poteva operare.</p>
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<p>Angelo Catapano</p> Questioni giuseppine /6 - FIGLIO DI GIUSEPPEtag:aeron.ning.com,2020-02-11:2240965:Topic:231832020-02-11T15:15:05.856ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>Abitualmente Gesù è stato chiamato, o meglio identificato, dai concittadini e conterranei come “il figlio di Giuseppe”. Non c’era l’usanza del cognome e quindi si diceva il nome e si aggiungeva “figlio di”. Questo è stato per decenni, almeno per tutta l’infanzia e la giovinezza. Il suo nome era dunque “Gesù figlio di Giuseppe” (Yeshua bar Ioseph in ebraico). Se ne riscontra un’eco nei Vangeli stessi, quando è chiamato così, e la gente si domanda: “non è costui il figlio di Giuseppe?” oppure…</p>
<p>Abitualmente Gesù è stato chiamato, o meglio identificato, dai concittadini e conterranei come “il figlio di Giuseppe”. Non c’era l’usanza del cognome e quindi si diceva il nome e si aggiungeva “figlio di”. Questo è stato per decenni, almeno per tutta l’infanzia e la giovinezza. Il suo nome era dunque “Gesù figlio di Giuseppe” (Yeshua bar Ioseph in ebraico). Se ne riscontra un’eco nei Vangeli stessi, quando è chiamato così, e la gente si domanda: “non è costui il figlio di Giuseppe?” oppure indicando il mestiere del padre: “non è il figlio del falegname?”. D’altra parte non si conosceva il mistero prodigioso della sua nascita avvenuta “per opera dello Spirito Santo”. Giuseppe era dunque considerato comunemente suo padre, veniva chiamato in tal modo e come si usava di padre in figlio l’aveva istruito nel suo stesso lavoro. Questa terminologia fa onore a san Giuseppe e va mantenuta anche oggi, anche se sappiamo che non è intervenuto biologicamente, ma gli è stato padre effettivamente avendolo cresciuto e custodito con coraggio e fedeltà. Si capisce il tentativo di definire in qualche modo la sua paternità, che è davvero speciale, anzi unica nella storia. Si dice allora che è padre putativo, legale, adottivo, o si cercano altre espressioni. Lo si presenta piuttosto come un tutore e custode. Sono tutti tentativi che hanno qualche valore o significato, ma alla fine appaiono inadeguati. Non si può definire la paternità di san Giuseppe, proprio perché è così particolare. La verità è che bisogna accettare senza esitazioni che Gesù, il salvatore, è “figlio di Giuseppe”. Si dice di un figlio ben cresciuto che è “tutto suo padre”: nei tratti del Figlio di Dio, come in seguito si rivela, possiamo intravedere pure i tratti del suo padre terreno. Lo Sposo di Maria è autenticamente “padre di Gesù”, pur con la cautela nel difendere la figliolanza divina del Signore e nello stesso tempo la verginità della Sposa, come pure la sua stessa verginità. E’ addirittura il padre per eccellenza davanti agli sposi di ogni epoca e il rappresentante del Padre celeste in terra a cominciare davanti allo stesso Figlio divino Gesù. C’è da imparare dalla semplicità e dalla chiarezza dei Vangeli canonici che lo presentano come padre senza altri termini aggiuntivi. Luca dice testualmente: “Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui” (2,33). <strong><sup>“</sup></strong>I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua” (2,41). “Tuo padre e io angosciati ti cercavamo” (2,48). <strong><sup>“</sup></strong>Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?» (4,22<strong>).</strong> <strong>Matteo ricorda il mestiere:</strong> “Non è egli forse il figlio del carpentiere?” (13,55). <strong>Marco definisce Gesù con lo stesso lavoro:</strong> “Non è costui il carpentiere?” (6,3). Giovanni riporta le frasi della gente: “Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret» (1,45). E ancora: “Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre” (6,42). In definitiva se è ben compreso, “figlio di Giuseppe” è il titolo più giusto che appartiene al nostro santo e che definisce in pieno il suo compito di paternità.</p>
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<p>Angelo Catapano</p> Litanie di san Giuseppe: SPOSO DELLA MADRE DI DIOtag:aeron.ning.com,2018-03-03:2240965:Topic:178532018-03-03T10:21:15.971ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>Titolo universalmente riconosciuto a san Giuseppe è quello di Sposo. La solennità del 19 marzo è propriamente intitolata a lui “Sposo della Beata Vergine Maria”. Anche nel transetto sinistro del nostro santuario, al lato della cappella della Madonna, è scolpito “Dei Genitricis Sponse”, ossia “Sposo della Madre di Dio”. Titolo magnifico, che esprime la sua grandezza, indissolubilmente associata a quella di Maria. E’ il titolo che gli dà il Vangelo stesso, quando ci racconta che…</p>
<p>Titolo universalmente riconosciuto a san Giuseppe è quello di Sposo. La solennità del 19 marzo è propriamente intitolata a lui “Sposo della Beata Vergine Maria”. Anche nel transetto sinistro del nostro santuario, al lato della cappella della Madonna, è scolpito “Dei Genitricis Sponse”, ossia “Sposo della Madre di Dio”. Titolo magnifico, che esprime la sua grandezza, indissolubilmente associata a quella di Maria. E’ il titolo che gli dà il Vangelo stesso, quando ci racconta che l’annunciazione del Signore è rivolta a una vergine “sposa di un uomo di nome Giuseppe”. L’angelo lo rassicura e gli dice: “Giuseppe, non aver paura di prendere con te Maria tua sposa” (Matteo 1,20). Dunque sono già sposati, Giuseppe e Maria, quando vengono chiamati da Dio a fare da padre e da madre a Gesù, anche se ancora non hanno fatto la festa delle nozze e non sono andati a coabitare come marito e moglie: cosa che faranno di lì a poco. Il matrimonio che unisce i due santi sposi è certamente unico e straordinario, ma è benedetto dal Signore ed è nei piani di Dio. E’ bello ricordare questi fatti nella memoria tradizionale dello Sposalizio di san Giuseppe con la Madonna. Nel nostro santuario, come pure in altri luoghi, la data prescelta è quella del 23 gennaio. E’ l’occasione propizia per festeggiare gli sposi e gli anniversari di matrimonio. Occasione da non trascurare specialmente al giorno d’oggi, quando è oscurato e minacciato il valore del matrimonio, la fedeltà e l’indissolubilità, la coppia primordiale dell’uomo e della donna, la stabilità della famiglia e dei figli. Quella coppia meravigliosa di Giuseppe e Maria, quell’armonia da loro vissuta nella semplicità quotidiana, nella Santa Famiglia, è davanti agli occhi delle famiglie cristiane, come uno specchio, un modello e un ideale che non passano mai di moda, anche se cambiano i tempi e le sfide da affrontare. Chiamato ad essere “lo Sposo della Madre di Dio”, san Giuseppe capisce un po’ alla volta il suo ruolo e la sua missione. Li esercita con grande dedizione, eppure con squisita discrezione. E’ attento e delicato nel rapporto speciale con la sua Sposa verginale e il Figlio divino. Non c’è bisogno di dipingerlo avanti negli anni per capire la sua “verginità sponsale”: avrà avuto vent’anni quando ha sposato la Madonna, quando ha cominciato a custodire la Sposa e quel Mistero nato nel suo grembo. E’ stato proprio il suo compito particolare quello di “coprire” e di nascondere agli occhi dei mortali il mistero nascosto nei secoli, quello dell’Incarnazione e della Redenzione, che sarebbe stato poi rivelato a suo tempo. Come ha ben custodito il segreto del Padre! Come ha saputo compiere il disegno del Creatore! Si può dire in definitiva che l’obbedienza pronta di Giuseppe a Dio nasconde la disobbedienza originale di Adamo. Davvero questa coppia di Giuseppe e Maria, è stata la coppia che ha sostituito quella antica di Adamo ed Eva ed ha inaugurato i tempi nuovi dell’Alleanza del Signore con l’umanità.</p> Cosa rappresentano per voi Gesù, Giuseppe e Maria?tag:aeron.ning.com,2017-12-30:2240965:Topic:178872017-12-30T16:37:17.270ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p><a href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/1069206051?profile=original" target="_self"><img class="align-left" height="199" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/1069206051?profile=RESIZE_480x480" width="149"></img></a> Nella festa della Santa Famiglia, apro questo forum per testimoniare la nostra devozione e il nostro amore per loro. Il Papa dice che in Gesù, Maria e Giuseppe, contempliamo lo splendore dell'amore vero; per questa ragione egli ci esorta a rivolgerci con fiducia alla Santa Famiglia, perché ci aiuti a far rinascere in noi la stima del silenzio e a rendere le nostre famiglie…</p>
<p><a href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/1069206051?profile=original" target="_self"><img width="320" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/1069206051?profile=RESIZE_480x480" width="149" class="align-left" height="199"/></a>Nella festa della Santa Famiglia, apro questo forum per testimoniare la nostra devozione e il nostro amore per loro. Il Papa dice che in Gesù, Maria e Giuseppe, contempliamo lo splendore dell'amore vero; per questa ragione egli ci esorta a rivolgerci con fiducia alla Santa Famiglia, perché ci aiuti a far rinascere in noi la stima del silenzio e a rendere le nostre famiglie cenacoli di preghiera.</p>
<p>Quanto amore e quanta tenerezza in quella casa benedetta! Nessuno si senta escluso dall'amore di questa santa famiglia, che è la nostra famiglia. La famiglia di chi non ha più il calore e l'affetto dei suoi cari.</p>
<p>Come figli, anche noi possiamo vivere spiritualmente nella santa famiglia e sentirci amati da Gesù, Maria e Giuseppe per non fare più, come afferma il Papa, l'esperienza di violenza, di chiusura e di divisione, affinché chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione.</p>
<p>L'amore di questa famiglia, infatti, vale un tesoro! Il loro amore è una certezza assoluta; è un amore gratuito che non conosce imperfezioni. E' un amore pieno e immacolato.</p>
<p>Ecco perché Dio desidera che noi viviamo la stessa vita di Gesù, circondati dallo stesso affetto e amore che Gesù ha vissuto nella santa famiglia.</p>
<p>E allora ripetiamo spesso con Papa Francesco: "Gesù, Maria e Giuseppe voi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo".</p>
<p>Sarà una gioia condividere su questo forum la vostra esperienza!</p> Il tempo di Giuseppetag:aeron.ning.com,2017-12-13:2240965:Topic:174932017-12-13T10:06:17.623ZSuor Paolisa Teresa Falconihttp://aeron.ning.com/profile/SuorPaolisaTeresaFalconi
<p>Tempo d’Avvento: le quattro settimane che preparano al Natale, rappresentano il tempo della preparazione dell’antico popolo di Dio alla venuta del Messia e impegnano ogni anno la Chiesa a prepararsi nell’accoglienza del Salvatore. Il Signore Gesù, nato 2000 anni fa nella storia dell’umanità e che ritornerà nella gloria alla fine dei tempi, viene sempre ed è sempre da attendere. Chi più di Maria e di Giuseppe hanno saputo attenderlo e prepararsi alla sua venuta? Giustamente Maria è vista come…</p>
<p>Tempo d’Avvento: le quattro settimane che preparano al Natale, rappresentano il tempo della preparazione dell’antico popolo di Dio alla venuta del Messia e impegnano ogni anno la Chiesa a prepararsi nell’accoglienza del Salvatore. Il Signore Gesù, nato 2000 anni fa nella storia dell’umanità e che ritornerà nella gloria alla fine dei tempi, viene sempre ed è sempre da attendere. Chi più di Maria e di Giuseppe hanno saputo attenderlo e prepararsi alla sua venuta? Giustamente Maria è vista come Colei che è l’aurora del Sole che nasce, l’immagine perfetta del credente che si pone nell’attesa della sua venuta. Analogamente anche Giuseppe è il modello esemplare di chi si prepara alla nascita di Gesù. Dopo aver sposato Maria e ricevuto l’annunciazione dell’angelo, il nostro santo non fa che pensare al figlio che deve venire. Il percorso da Nazaret a Betlemme, più ancora del viaggio dei Magi con la guida della stella, diventa l’emblema del cammino di fede che ci porta a preparare la venuta del Signore, a fargli spazio nella nostra vita, nei nostri pensieri e nei nostri affetti, quindi nella nostra casa e nelle nostre azioni. La liturgia del 17 dicembre ci riporta con la genealogia a tutta questa storia antecedente che termina con Giuseppe, figlio di Davide, “lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo”. Il 18 dicembre, come pure la quarta domenica di Avvento (anno A), ultima tappa di questo “tempo forte”, ci presenta proprio la figura di Giuseppe, dopo quella del Precursore, che risponde col suo sì all’annuncio del Salvatore. E’ dunque quanto mai appropriato rivolgere l’attenzione al nostro santo in tale periodo.<br/> Tempo di Natale: Maria che dona Gesù, Giuseppe che lo accoglie come figlio e lo presenta prima ai pastori e poi al tempio, che lo fa circoncidere e gli impone il nome, che lo introduce nel suo popolo e nella Legge, sono l’icona più bella di che cosa significa accogliere il Signore. Oggi possiamo permettere a Cristo di rinascere nel mondo e in particolare nella nostra esistenza, lo possiamo riconoscere o misconoscere, accettare o rifiutare, trovare o non vedere nei poveri, nell’Eucaristia, nella Parola, nell’amore fraterno, nella Chiesa, nella sua volontà e nei fatti di ogni giorno, in noi e negli altri. Darsi da fare per Gesù, lavorare per lui, farlo crescere e difenderlo, ascoltarlo e seguirlo, è quanto ci insegna san Giuseppe. Vediamo il nostro santo nel presepio, ma non riduciamolo a una cornice come il bue e l’asinello. Impariamo a riconoscere il suo ruolo paterno, così intimo al mistero dell’Incarnazione, nella famiglia di Nazaret e nella Chiesa di oggi. Accogliamo il suo messaggio, come fa la liturgia, ripresentandocelo nel contesto della festa dei Santi Innocenti, della Santa Famiglia, della Madre di Dio e dell’Epifania.<br/> Tempo di Giuseppe: se ci può essere qualche difficoltà nella celebrazione del 19 marzo e del 1 maggio, in quanto capitano in tempo quaresimale e pasquale, difficoltà peraltro superabili, è chiaro che il tempo più propizio e naturale per san Giuseppe è proprio quello natalizio e dell’Avvento, legato ai misteri della nascita e dell’infanzia di Gesù. E’ un tempo prezioso, caro e familiare, in cui ben si armonizza la figura del nostro santo nella vita di Cristo e della Chiesa, in quella della famiglia e di ciascuno, nei giorni di lavoro e di festa. L’invito è dunque di approfittare di questo tempo favorevole, prestare più attenzione al suo esempio nelle nostre comunità, e farsi accompagnare da lui all’incontro al Signore che viene.</p>