Cap. 4 – Le grazie eminenti dell’anima di San Giuseppe

Il valore di tutti i doni naturali non può paragonarsi al valore di una sola grazia soprannaturale. Quale deve essere la ricchezza dell’anima di San Giuseppe! Ha ricevuto grazie innumerevoli dalla generosità divina e sono così stupende che le nostre deboli menti non sono in grado di comprenderle; e a me sembra che sia uno delle glorie della Madonna di aver avuto come sposa un uomo che la mano dell’Onnipotente ha dotato di ogni virtù. Da parte mia, desidero perdermi nella grandezza incomprensibile di questo grande Santo, e dopo che ho detto tutto ciò che può essere detto, di confessare umilmente di non aver detto nulla. Infatti, se è vero, come ho già stabilito, che Dio distribuisce i suoi doni in proporzione agli uffici che Egli stabilisce per l’uomo, in modo di sostenerli con dignità, San Giuseppe deve aver ricevuto una tale abbondanza di grazie celesti che non possiamo contemplarle senza un santo timore. Torniamo ora a ciò che abbiamo brevemente accennato nei primi capitoli, tirando da essi le conclusioni gloriose per il nostro Santo.

San Giuseppe, Vergine

In primo luogo, egli era un vergine, tanto che la sua purezza verginale cede in luminosità e merito solamente dopo la Regina dei Vergini. Che grazie eccelse deve aver ricevuto per conservare questa virtù angelica in un’epoca che disprezzava la verginità, e di custodire questo giglio delicato senza la minima contaminazione o macchia sul suo candore brillante! Secondo i santi Padri, colui che conserva intatto il tesoro della verginità si colloca sopra gli Angeli. Quale grado di santità ha raggiunto San Giuseppe, che fu il primo a conservarla nello stato del matrimonio e l’ha conservata con tanta fedeltà!

San Giuseppe, l’Angelo Custode di Maria

Nel secondo luogo, Giuseppe è stato scelto da tutta l’eternità per essere l’angelo custode visibile della verginità della Madonna. La sua anima non deve, quindi, essere stata armata di ogni virtù e fortificata da tutta l’assistenza necessaria per un ufficio così nobile e ammirevole? Si consideri che tipo di uomo è Giuseppe! Gli angeli e i santi sono solo i servi della gloriosa Vergine, mentre lui è il suo angelo custode e il suo sposo. Questo titolo, a cui alludiamo fugacemente, è ben oltre la comprensione della nostra debole intelligenza; per marito e moglie di essere un cuor solo e un’anima sola, quale deve essere la dignità sovrana di un uomo che, per così dire, è uno con la Santissima Madre del Dio vivente! San Bernardino di Siena ha coraggiosamente colto questo pensiero. Egli dice che il matrimonio verginale di Maria e Giuseppe consisteva nell’unione delle loro volontà, l’amicizia dei loro cuori e l’amore delle loro anime si intensificava a tal punto che non ci sono mai stati due cuori più completamente identificati, due anime così unite, e aggiunge che lo Spirito Santo non avrebbe mai formato questa unione senza rendere il marito perfettamente simile alla moglie. È stato conveniente che la somiglianza di questi due soli dovrebbe essere così sorprendente, che sarebbe difficile distinguere l’uno dall’altro. Da un lato, la santità della Madonna mette in ombra la santità di tutte le creature; d’altra parte, la santità di Giuseppe è del tutto simile alla santità di Maria. In seguito, tratteremo questo argomento più a lungo.

San Giuseppe, Custode di Gesù

Soffermiamoci un po’ su questo titolo “Custode di Gesù”, in modo da capire l’eminenza della dignità di San Giuseppe. Il dotto e pio Rupert, dell’Ordine di San Benedetto, dice che la scala di Giacobbe è una figura della genealogia di Gesù Cristo: i gradini diversi rappresentano i patriarchi, i re, i principi, i suoi antenati, e al gradino più alto sta San Giuseppe che rimane a braccia aperte per ricevere e abbracciare il Bambino-Messia, la pupilla divina, al quale egli deve servire come custode e padre. Per capire l’importanza di questo ufficio dobbiamo ricordare le parole di San Paolo: “Dico ancora: per tutto il tempo che l’erede è fanciullo, non è per nulla differente da uno schiavo, benché sia padrone di tutto, ma dipende da tutori e amministratori fino al termine prestabilito dal padre”. Nel frattempo i suoi beni e la sua persona sono disposti senza consultarlo,e quando il tempo della sua maturità arriva il maestro ratifica tutto, come se fosse stato fatto da lui stesso. Oh lettore, si può immaginare una tale preminenza come quella di San Giuseppe? Nostro Signore ha detto: “Beato il servo fedele e saggio, perché il Signore lo darà autorità su molto”. Quale potere! Di avere tutto nelle sue mani; rendere conto a nessuno! Magari se fossi all’altezza del compito di trattare questo tema sublime e mostrare il significato di queste parole: “Egli gli ha costituito sopra tutte le cose”. Egli è l’amministratore generale dei beni del Verbo Incarnato, con pieni poteri per la loro distribuzione a chi e quando gli pare! Non è questo essere esaltato al di sopra degli uomini e degli angeli, e anche, in una certa misura, di sopra di Dio stesso? Consideriamo ora ciò che segue da questo per quanto riguarda la santità di Giuseppe. Siccome era in suo potere di distribuire i beni di Gesù, puoi dubitare che ha preso per sé una abbondanza di ciò che era più prezioso? Quando il Salvatore attraversava le città e i villaggi della Giudea, basta toccare l’orlo della sua veste, per ricevere grazie splendide. Mio Dio, mio Creatore, con quale grazie innumerevoli Giuseppe non deve esser stato arricchito dal Divino Infante, il quale ha portato così spesso tra le sue braccia, carezzandogli e baciandogli profusamente! Quando Gesù dormiva sul petto del Santo Patriarca, si può dubitare che Egli ha comunicato a lui le grazie più dolci e ineffabili? Forse, andò a dormire tra le sue braccia, con l’intenzione, mentre riposava sul suo petto, di comunicare a lui i suoi favori, e per incoronarlo le sue misericordie. Se il Paradiso è contemplare il Verbo eterno e increato nel seno del Padre, non è similmente vero Paradiso vedere il Verbo fatto carne, ora nel seno verginale di Maria, sua Madre, ora tra le braccia di suo padre putativo Giuseppe?

Giuseppe in compagnia di Gesù e di Maria

Infine, dico che San Giuseppe, vero specchio di purezza verginale, Angelo Custode della Madonna, e protettore di Gesù Cristo, ha avuto la gioia incomparabile di vivere, secondo la credenza generale, venticinque anni nella loro dolce e santa compagnia e di avere costantemente davanti agli occhi questi modelli di perfezione. Da tutte le parti del mondo cristiano il viaggio pio e fedele a Santa Maria Maggiore a Roma, a Loreto, a Montesserat, e altri luoghi di pellegrinaggio, dove Dio si compiace a manifestare la bontà e la potenza della sua Madre Santissima. Questi pellegrini pii sperimentano la massima fiducia. Non dubito che, pregando umilmente davanti l’immagine di Maria, dipinta da San Luca, o dinanzi le altre immagini della Madonna, onorate in questi santuari, otterranno tutto quello che chiedono. La cappella di Loreto era la casa e l’abitazione ordinaria di Giuseppe, il quale non aveva bisogno di fare pellegrinaggi, o ricercare immagini, possedendo gli originali dinanzi i suoi occhi. Là ha conversato dolcemente con Maria, e si raccomandava alle sue preghiere. Lì, Colei che non nega l’ultimo dei suoi servi, non gli ha negato certamente niente. Pensa di quale benedizioni la presenza di una tale sposa debba aver impartito al cuore di Giuseppe: mentre gli guardava, infiammandogli con i raggi ardenti della sua carità; mentre le sue labbra benedette gli indirizzavano parole capaci di estasiare i cuori degli uomini e degli angeli, anzi, di Dio stesso. Come il pellegrino pio trova sempre Gesù nei santuari di Maria, così nella casa di Nazaret, Giuseppe ebbe sempre Gesù presente con Maria, e ha visto con i suoi occhi, il Divino Bambino crescere in età, sapienza e grazia, dinanzi a Dio e gli uomini. Chi può descrivere la sovrabbondanza di benedizioni divini che ha inondato l’anima di questo Santo incomparabile! Anche lui, ogni giorni e ogni momento, cresceva in grazia e virtù, godendo senza interruzione ciò che possiamo chiamare la visione beatifica, non cessando di vedere Dio, e di essere visto da Lui. Vedere Dio, e di essere considerato da Lui non può non produrre una benedizione, non può essere senza frutto. I raggi ardenti del sole indora tutto ciò che è esposto ad essi; Gesù Cristo, il sole del Paradiso, la Madonna, la stella della Chiesa, erano dei pianeti che hanno favorito Giuseppe con il loro benefico aspetto, i canali sacri tramite cui Dio Padre ha esercitato il suo influsso; allora, come non può essere illuminata con i splendori dei Santi l’anima di questo grande Patriarca? Come non può traboccare con i tesori della Divinità? Nei tempi antichi, se uno avesse chiesto il motivo per cui una miniera d’oro o argento si trova in un luogo, mentre perle e diamanti in altri luoghi; qui, fiori di squisita bellezza, e lì balsamo profumato; la risposta sarebbe stata data, senza più ricerca, che un influsso segreto dal cielo ha sorriso su quel paese preferito. Ora gli occhi del Eterno Padre guardavano San Giuseppe; lo Spirito Santo dimorava continuamente nella sua anima; Gesù Cristo lo guardò con amore di un figlio; la Madonna aveva un amore sconfinato per lui; Angeli erano i suoi devoti. Com’è possibile immaginare o descrivere le grazie di questo cuore, le benedizioni celesti dell’anima purissima di questo uomo incomparabile? Il Nostro Signore ha detto che se qualcuno ama lui, lui sarà amato dal Padre, e che entrambi verranno a dimorare in quell’uomo. Questa promessa non si è mai verificata in modo più completo che nel cuore innocente di Giuseppe, il quale, oltre l’amore generale comune a tutti i servi di Gesù Cristo, godeva di un amore speciale perché era custode, governatore, maestro e padre. Grandi furono anche le grazie che Giuseppe godeva dalla sua costante comunione con la sua santissima Sposa. I suoi occhi erano sempre rivolti verso di lei e Gesù, studiando la loro condotta, imitando, per così dire, ogni loro azione. Ha custodito gelosamente nel suo cuore tutte le perfezioni eminenti che ha osservato in loro. Aprire il cuore di Giuseppe, e troverete in esso le copie fedeli, le imitazioni perfette delle sublimi virtù del suo figlio adottivo, Gesù, e della sua beata Sposa, Maria. Le mani di chi lavora sempre con balsamo diventano profumati come se esse stesse sono state fatte di balsamo. Vorrei poter dare come un dato di fatto quello che ho letto in alcuni autori antichi, cioè la natura ha formato diamanti, e quando sono esposti al sole, emettono raggi così penetranti, che hanno la capacità di cambiare un pezzo di cristallo in diamante altrettanto prezioso come essi. Eppure ciò che secondo l’ordine della natura non è altro che finzione, si trova ad essere vero nell’ordine della grazia. Giuseppe, puro come cristallo, e costantemente esposto ai raggi che emanavano da Gesù e Maria, era come se trasformato in una copia eccellente delle bellezze celesti di entrambi. O trasformazione ineffabile! O nuova trinità delle persone e l’unità dei cuori! Scusami, grande ed amabile Santo, se oso parlare di ciò che è inesprimibile; se tento di sviluppare una parte della tua grandezza. Illumina la mia mente, fortifica il mio cuore, affinché io possa procedere con passo fermo e infallibile sul sentiero dei tuoi lodi.

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