La sua storia risale al 1622, quando viene donato il terreno al Comune di Ottaviano (di cui faceva parte tutta la zona) per la costruzione di una chiesetta intitolata a san Giuseppe, che comincia a dare il nome alla località ed è situata nella piazza centrale. Nel 1683 diventa parrocchia e nel corso del Settecento si edifica una chiesa più grande per l'aumentata popolazione. Si conservano tuttora il fonte battesimale seicentesco, le statue della Madonna e di sant'Anna, parti dell'antico altare, come pure la pala del Mozzillo, settecentesche. Solo all'inizio del Novecento si pensa ad un santuario monumentale nel nome del Patrono sulla scia di quello di Pompei. Il progetto, ideato dall'ing. Francesco Foschini, è di impianto classico-basilicale, a croce latina e tre navate. Don Giuseppe Ambrosio, chiamato popolarmente "don Peppino", pio e ardimentoso sacerdote del luogo, ne diventa l'anima, l'artefice e il fondatore (1871-1957). Stringe legami con Bartolo Longo e il papa Pio X, con tanti devoti, piccoli e grandi benefattori, principalmente in Campania e Puglia, ma anche in varie regioni d'Italia e in America. Va nelle case, conforta malati e tribolati, porta la presenza di san Giuseppe, il suo amore, e con la sua intercessione la pace e la guarigione sperata. Le testimonianze di grazie si susseguono e si riescono a raccogliere i fondi necessari. Così l'opera, con alterne vicende, va avanti. Nel 1905 arrivano le colonne di granito da Baveno. Nel 1908 è innalzata la cupola ardita alta 50 metri. Nel 1926 si inaugura la facciata che è un vero capolavoro; elegante e monumentale, arricchita della parte scultorea, viene realizzata su progetto dell'arch. Guglielmo Raimondi e diventa l'emblema della città. Nel 1955 finalmente si consacra l'altare maggiore, progettato dall'arch. Mariano Iervolino, prezioso coi suoi marmi e mosaici, che custodisce il Tabernacolo e la statua del Patrono, opera lignea napoletana di fine Ottocento. Solo negli anni '80 si passa ai dipinti dell'interno e delle pareti, di cui è autore il pittore Pietro Favaro; sono da ammirare soprattutto i due grandi affreschi del transetto, raffiguranti lo Sposalizio e la Morte di san Giuseppe. Le 2 cappelle frontali sono intitolate al Sacro Cuore di Gesù e all'Immacolata; le 8 cappelle laterali sono dedicate alla pietà popolare. Sono interessanti infine tre belle vetrate istoriate.
Dal 1928 la parrocchia è affidata ai Giuseppini del Murialdo. Si sviluppano anche alcune istituzioni collaterali: nel 1909 l'ospizio educativo per gli orfani (ora centro giovanile e d'accoglienza), nel 1935 la casa di riposo per gli anziani (ora sede della Caritas diocesana).
Memori della missione "giuseppina" svolta dai padri, è da mantenere viva la memoria del fondatore (del quale si ha intenzione di avviare la causa di santità), da annoverare tra i grandi apostoli di san Giuseppe nei secoli. Ora si spera di completare il santuario nelle sue strutture e di rilanciarlo con una programmazione specifica, invitando fedeli e devoti a percorrere, da cristiani, "la via di san Giuseppe" nel mondo d'oggi.
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