Cap. 7 – Paralleli tra San Giuseppe e alcuni dei santi
Possiamo affermare con sicurezza che San Giuseppe possedeva, in un grado superiore, tutte le grazie che ammiriamo negli altri Santi. Le pagine seguenti stabiliranno questa affermazione e materialmente rafforzare quindi la nostra devozione a questo glorioso Patriarca.
I – San Giuseppe e gli altri Santi dell’Antico Testamento
Quanto più felice era San Giuseppe, l’ultimo dei Patriarchi, di tutti coloro che lo hanno preceduto! Mosè desiderava ardentemente contemplare il volto divino del Messia, e fu costretto ad aspettare quindici secoli prima di gustare questa felicità per un istante sul monte Tabor. Abramo vide in spirito il giorno della venuta del Salvatore sulla terra, e questa visione, che passò come un lampo, l’ha inebriato con gioia. Quanti re, principi, pontefici, e profeti hanno desiderato vedere, anche se solo per un istante, questo Desiderato delle nazioni, ed a prostrarsi in adorazione davanti a Lui; tuttavia, non hanno potuto ottenere questa grazia! Ed ecco, Giuseppe lo porta tra le sue braccia, lo chiama il suo Figlio, si sente essere chiamato Padre dal Bambino Divino. “Quando ho visto la visione della somiglianza della gloria del Signore”, dice il Profeta Ezechiele, “io caddi sulla mia faccia”. San Giovanni scrive: “Ho visto uno simile al Figlio dell’uomo, e quando lo avevo visto caddi ai suoi piedi come morto”. La Scrittura dice: “nessuno vedrà Dio e vive. Ho visto Dio; devo morire”. Eppure Giuseppe vede il Dio incarnato faccia a faccia. Lo vede tutti i giorni, e ogni momento della giornata, e lui non muore né di paura o di amore, o meglio, muore d’amore; ma l’amore che uccide anche lo risuscita. La stessa fiamma lo fa morire, e lo porta di nuovo alla vita.
II – San Giuseppe e l’Apostolo San Pietro
È vero che San Pietro ha ricevuto da Gesù Cristo ampi poteri. In primo luogo, Cristo gli ha dato le chiavi del cielo, con il potere di aprirlo, e, se necessario, chiuderlo; in secondo luogo, gli comandò di pascere le sue pecore; in terzo luogo gli diede la cure di tutta la Chiesa, e il titolo di Vicario di Cristo, “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”; in quarto luogo, ebbe l’onore di amare Gesù Cristo più teneramente rispetto gli altri, e di aver voluto difenderLo rischiando la sua vita; in quinto luogo, è stato il primo cui piedi il Salvatore ha lavato, il primo che ha consacrato vescovo nel dare il suo preziosismo corpo. Ma tutti questi favori sono da paragonare con quelli concessi dal Cielo a San Giuseppe? Prima di tutto, se è vero che le chiavi del cielo sono state date a lui come a San Pietro: le chiavi sono date ai servi. Ma a Giuseppe, sposo della Madre, il padre putativo del Figlio, non solo le chiavi, ma sono affidate le porte stesse: dal momento che si può veramente dire che Gesù a Maria sono le due porte viventi del Paradiso. Il Salvatore si dà questo nome: “Io sono la porta delle pecore”, e la Chiesa dà lo stesso nome alla Madonna: “Porta del cielo, prega per noi”. Ora, Giuseppe ha la cura di quelle porte; Egli è il loro custode, e le apre e chiude secondo il suo piacere, che è pienamente conforme con quello di Dio.
In secondo luogo, non è Giuseppe che è comandato come un semplice pastore di pascere le pecore; ma a lui è stato dato il compito di nutrire il Pastore e la Pastorella; cioè di pascere l’Agnello di Dio, e la Madre di questo Agnello Divino. San Pietro distribuisce il loro cibo ai servi; ma è Giuseppe che deve prevedere per il Bambino Gesù, e per la grande Sovrana del cielo e della terra, la Beata Vergine Maria.
In terzo luogo, se San Pietro è il capo della Chiesa, San Giuseppe è il capo di Gesù e di Maria, ossia di quelli che sono più preziosi agli occhi di Dio di tutta la Chiesa. Simone Pietro è anche il Vicario di Gesù Cristo; ma io vi mostrerò adesso come Giuseppe è stato il vicario di ciascuno delle tre Persone della Santissima Trinità.
In quarto luogo, quando Gesù Cristo chiese San Pietro se l’amore che aveva per Lui era più grande di quello degli altri discepoli, San Giuseppe non era presente; e il mio cuore dice che il Salvatore non avrebbe fatto questa domanda nella presenza di Giuseppe, o se avesse fatto così, San Pietro avrebbe trasferito l’onore a colui che l’ha incontestabilmente meritato.
In quinto luogo, Gesù lavò i piedi di San Pietro una volta; ma lo stesso Salvatore avrà spesso reso simili servizi a Giuseppe durante i cinque a venti anni che era soggetto a lui! Inoltre, non era una sola volta che dava se stesso a Giuseppe, ma tutti i giorni, mille volte al giorno. Infine, Egli l’ha fatto, in un certo senso, il vescovo della Sacra Famiglia, e anche se la sua diocesi era stata composta solo di due persone, queste due persone, in sé, vale più di tutto il cielo e la terra.
III – San Giuseppe e l’Apostolo delle Genti
Che diremmo del grande San Paolo, il cui parallelo non si trova da nessuna parte? In verità, c’è così tanto sublimità in questo Apostolo che, secondo Giovanni Crisostomo, non ha uguali. Come glorioso essere stato circondato con luce dal cielo sulla via di Damasco, di aver sentito la voce di Gesù, di aver parlato con Lui! Non era rapito fino al terzo cielo, dove ha sentito nel segreto parole ineffabili? Non era armato con la spada del Verbo Divino, e non è vero che ha annunciato questa santa parola ai Gentili, ai re e ai figli d’Israele? Infine, egli non ha confermato tutto quello che ha insegnato con la sua pazienza, i suoi miracoli, con il suo sangue? Nulla può essere più glorioso. Le stelle, per quanto brillanti, sono eclissate davanti al sole.
San Giuseppe, è vero, non è stato trasportato al cielo; ma il cielo scese nella sua casa. Egli non è stato portato davanti al trono di Dio come un servo davanti al suo padrone; ma il Verbo incarnato è stato portato a Giuseppe, come un figlio al suo padre. Giuseppe non ha visto Dio momentaneamente come San Paolo, il quale non sapeva se fosse nel corpo o fuori il corpo, e che non poteva ripetere nulla di tutto ciò che è stato detto a lui; ma Giuseppe fu assorto nel corpo e nell’anima per anni interi; possiamo dire, infatti, che tutta la sua vita è stata una continua estasi, una visione perpetua di Dio. Inoltre, lui era perfettamente in grado di ripetere quello che aveva sentito, perché spesso ne ha parlato con la sua sposa, e insieme hanno tenuto delle conferenze dolci e sublimi su tutto ciò che Gesù aveva detto a uno o all’altro. Senza dubbio, poche persone erano in grado di comprendere questi discorsi divini; quasi nessuno oltre a Gesù, Maria e Giuseppe. Per San Paolo è stato rivelato quello che un Apostolo e un servo potrebbe sapere, ma i segreti di un figlio per il padre e la madre erano riservati per Maria e per Giuseppe.
IV – San Giuseppe, San Giovanni Battista e San Giovanni l’Evangelista
Certamente questi due santi furono grandemente favoriti dal Signore. Uno ha riposato sul cuore del Maestro durante l’Ultima Cena; l’altro ha versato acqua del Giordano sul suo capo divino, e, indicandolo a tutto il cielo e la terra, disse: “Ecco l’Agnello di Dio!” Per queste ragioni, dico che hanno ricevuto dal Signore grazie più speciali, e sono stati esaltati, non solo al di sopra degli uomini comuni, ma anche al di sopra dei più grandi Santi.
Eppure, ancora più alto di questi due grandi servi di Dio, dobbiamo a lui al quale il loro Maestro ha conferito il nome di padre. Non possono pretendere di essere preferito prima del padre di famiglia. Mille volte questo felice Patriarca ha abbracciato al suo cuore il Bambino Gesù; un migliaio di volte ha baciato il seno sacro, sede della divinità. Egli non ha versato l’acqua del Giordano sul capo di Gesù nemmeno una volta; ma quanti volte può egli aver inumidito quel capo con lacrime di gioia e di tenerezza quando Lo riceveva dalle mani della Madonna!
V – San Giuseppe e gli Angeli
So bene che San Michele era il difensore valoroso del Verbo Incarnato, e che rovesciò Lucifero, il quale ha osato contestare gli onori di Divinità dell’Uomo-Dio. Ma so, anche, che Giuseppe ha salvato lo stesso Verbo Incarnato dalla furia di Erode, il quale sperava di coinvolgerlo nella strage degli Innocenti. Ha esposto la propria vita per salvare quella di Gesù Bambino, per preservare Colui che è stato quello che ha compiuto la salvezza del mondo morendo sulla croce.
Molto dobbiamo a San Gabriele per la parte che ha svolto nel lavoro dell’Incarnazione, e per l’annunzio di grande gioia che ha portato dal cielo sulla terra. Questo è vero; ma non ha ragione San Bernardo quando afferma che Giuseppe era durante tutta la sua vita, il cooperatore fedele di Dio in questo stesso mistero? Gabriele doveva solo dare gli ordini; Giuseppe, per eseguirli, ha dovuto incontrare fatiche, viaggi, pericoli, terrori.
Gli Angeli vennero e assistettero il Salvatore nella solitudine del deserto; ma quello fu una sola volta, e furono in gran numero; è costato loro poco, o meglio, niente. Ma Giuseppe, nel corso degli anni, ha lavorato giorno e notte per provvedere cibo per il Bambino Divino, per Maria, e per se stesso, e tutta la sua vita era un servizio, o piuttosto un sacrificio perenne che ha offerto al Figlio di Dio fatto uomo, in modo tale che questo grande Santo fece da solo, ciò che gli altri fecero in tanti.
VI – San Giuseppe vicario delle Tre Persone della Santissima Trinità
Il principe degli Apostolo è altamente venerato per essere stato il vicario di Gesù Cristo sulla terra, e deve essere ammesso che questa dignità è grande. Ma adesso illustrerò, come ho promesso, come San Giuseppe era il Vicario in terra di tutti le tre Persone delle Santissima Trinità.
L’Eterno Padre l’ha nominato suo vicario. Dio, dice l’abate Rupert, ha delegato Giuseppe di svolgere verso Gesù Cristo, tutti quegli uffici che erano incompatibili con la Divinità. Per questo motivo gli ha comunicato il proprio nome di padre; e nel dare un nome, Dio dà anche le qualità appartenenti a quel nome, il cuore di Giuseppe, come i Santi ci insegnano, era così pieno di affetto paterno verso Gesù, che nessuno fuori Dio e lui stesso poteva esprimerlo. Che grandezze di avere con il Verbo incarnato un rapporto di paternità, simile, in qualche modo, a quello dell’Eterno Padre con il Verbo Increato! O Padre e padre! O ineffabile comunicazione! O mistero incomprensibile! Tu puoi, o Giuseppe, pensarci senza tremare? Che Colui che disse a Dio Padre, “Padre mio, dacci oggi il nostro pane quotidiano”, ha dovuto dire a te, “Mio padre, dacci il nostro pane quotidiano; per il Mio Padre celeste ha affidato questo alla tua lungimiranza e cura paterna!”. San Paolo, per dimostrare la divinità di Gesù Cristo, dice: “Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato?”. E qui, per mostrare la dignità di Giuseppe, dobbiamo dire: “A quale Angelo, a qualsiasi momento, il Verbo Incarnato ha detto, Tu sei mio padre?”. Ma ciò che il Figlio di Dio non ha mai detto a qualsiasi angelo, ha detto a un uomo, a Giuseppe, nel quale Egli ha riconosciuto il vicario del suo Padre Celeste su questa terra.
Anche il Verbo Eterno l’ha fatto il suo vicario e delegato. Dimmi, ti prego, chi è il più grande nella casa di Nazaret? Certamente Giuseppe viene solo dopo Gesù e Maria; eppure è Giuseppe che li comanda. Gesù, durante la sua infanzia e vita nascosta, vuole che Giuseppe parlasse per lui, e agisse per lui, e per la sua Madre; che lui e sua Madre Vergine dovrebbero rimanere nascosti, e solo Giuseppe dovesse apparire.
Lo Spirito Santo, che nei Cantici, dà alla Vergine Immacolata il nome di Sposo, ha anche costituito Giuseppe suo Vicario, dal momento che ha scelto lui, sopra tutti gli uomini, per essere il vero sposo e protettore della Madonna.
Mio Dio! Come illimitata è la fiducia riposta dalle tre Persone Divine a questo santo uomo! Il Padre gli dà il suo Figlio: il Figlio si dona in persona a lui; Lo Spirito Santo gli confida la sua Sposa. Il Padre gli dona interamente il suo Gesù, lo costituisco il padrone del suo unico Figlio; il Figlio abbandona se stesso completamente alla sua direzione, non fa nulla ma è completamente obbediente a lui; lo Spirito Santo lo stabilisce come Angelo Custode a Maria, e come capo della famiglia di Dio. Così, mentre Dio governa tutti gli uomini, e tutto il mondo, un uomo, sulla terra governa il Dio incarnato e sua Madre santissima, e lo fa per comando esplicito del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal momento che è piaciuto all’Altissimo, nella sua bontà, esaltare così meravigliosamente questo beatissimo Patriarca, quale onore non dovrebbe essere pagato a lui dal cielo e la terra, che amore dovrebbe infiammare i nostri cuori! Con ciò non dovrebbero la nostra indifferenza e insensibilità lasciarci in confusione? Grande Santo, supplichiamo in nostro nome, e quello di tutti gli uomini, a perdonarci; e, prostrati ai piedi, dal profondo del nostro cuore, desideriamo fare riparazione.
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