Scorrendo le litanie di san Giuseppe, ce n’è una che pare racchiudere l’essenza del suo compito: “solerte difensore di Cristo”. Il nostro santo è chiamato dal Padre eterno ad accogliere come suo il Figlio divino e a crescerlo come padre terreno, ma in particolare è chiamato a difendere Cristo che viene nel mondo. Proteggerlo e custodirlo, appare come il suo compito precipuo, specialmente quando Gesù è piccolo, nella fase dell’infanzia e dell’adolescenza. Tutto comincia già col suo sposalizio con Maria, quando Giuseppe è giovane e accetta il piano celeste, coprendo e difendendo la madre, anche andando contro la legge, conservando il mistero del messia nascituro. Pensiamo al momento del Natale, quando si reca a Betlemme e si dedica a proteggere la nascita del Salvatore, nonostante debba adattarsi in una mangiatoia. Pensiamo quando lo fa circoncidere e gli dà il nome: “Gesù, figlio di Giuseppe”, come tutti lo chiameranno d’ora in poi. Porta il Bambino al tempio dopo 40 giorni per riscattarlo e il profeta Simeone riconosce il Bimbo “luce delle genti e gloria del suo popolo”, ma Giuseppe non lo svela. Custodisce dunque nel segreto l’Incarnazione, “il mistero nascosto nei secoli eterni”. Medita il presagio della “spada che trafiggerà l’anima”, accoglie quanto dicono prima i pastori e poi i magi, difendendo chi gli è stato affidato.
San Giuseppe si rivela fedele difensore di Cristo soprattutto nel frangente della persecuzione del re Erode, nell’ora della “strage degli innocenti”, negli anni della fuga in Egitto. In una notte drammatica, sente l’avvertimento dell’angelo, che gli chiede di proteggere il bimbo e la madre, fuggendo lontano, in terra straniera. Non c’è tempo da perdere, deve alzarsi subito e scappare in fretta. Davvero “solerte difensore di Cristo”, Giuseppe parte immediatamente, proteggendo Gesù e Maria. L’ansia lo afferra e gli batte il cuore, non può mettere a repentaglio, nel rischio e nel pericolo, quanto ha di più caro. Profugo ed emigrante, si mette alla ricerca di un lavoro, probabilmente precario e sottopagato. Non è semplice farsi accettare ed integrarsi, sfuggire agli inganni e ai soprusi dei potenti e dei prepotenti. Quante ingiustizie deve sopportare e quanta fatica gli è richiesta. Però non demorde dalla sua fede e dal suo compito di proteggere il bambino e la madre, finché un segno dal Cielo gli indica la via del ritorno.
A Nazaret la santa Famiglia riprende la vita con la quotidianità della crescita di Gesù, del rapporto tra i genitori, del lavoro di carpentiere e falegname da portare avanti, dell’inserimento nella comunità civile e religiosa. Decenni di un cammino in cui ciascuno fa la propria parte. Giuseppe fa la sua: naturalmente quella di custodire e difendere… Quando Gesù compie 12 anni, nel pellegrinaggio a Gerusalemme, i genitori perdono il figlio. L’angoscia li assale e pensano che non hanno saputo proteggerlo! Quando lo ritrovano intuiscono che il Figlio si avvia alla sua missione. Allora sarà Cristo stesso la loro difesa e quella del mondo intero. Quando pensiamo a san Giuseppe dunque ricordiamoci che il suo compito è stato quello di difensore, e se abbiamo bisogno di difesa davanti ai mali e ai rischi della vita, invochiamolo come nostro Protettore sicuro. Tutta la sua vita, e in particolare l’esilio in Egitto, ce lo insegna a dovere.
Commento
La ringrazio padre Angelo di averci aiutato a considerare San Giuseppe come il nostro difensore. Trovo le meditazioni sulle litanie molto utili. La persecuzione subita da San Giuseppe è scuola di vita per le nostre famiglie. Mi rendo conto che non è semplice affrontare le difficoltà di ogni giorno, ma San Giuseppe può ottenerci la sua fortezza d'animo e il suo coraggio.
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Aggiunto da Fra Joseph-Pio 1 Commento 1 Mi piace
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