Meditazione quaresimale

[Fra Joseph-Pio]

Il Signore mandò Giuseppe a Maria come gli manderà più tardi l'angelo a Nazareth. Il Signore diede a Giuseppe la responsabilità su Gesù come aveva affidato a Mosè il popolo eletto. Il Signore diede a Giuseppe il mestiere di falegname perché dal legno uscisse il sostentamento per la sacra famiglia. Dopo la sua morte, in compagnia di Gesù, che cosa rimane sulla terra del ricordo di quest'uomo? Tutto e niente. Niente perché la sua memoria fu viva solo per Gesù e Maria. Egli si ricordava di avere avuto un padre e lei uno sposo. Niente perché era vissuto povero e non lasciò che qualche strumento di lavoro e una casa in ordine. Niente perché non aveva realizzato grandi opere né era un uomo influente. Eppure... Gesù nell'ora della prova si è ricordato del suo padre Giuseppe. Esempio di abnegazione, di forza e di coraggio. Esempio di lavoratore, di sposo "amoroso". Esempio di credente, di mistico e di contemplativo.
Tutto quello che egli ha lasciato si trova in Gesù. Il tutto siamo noi che confidiamo in lui. Il tutto sono i suoi devoti che invocano nel suo stesso silenzio interiore il nome di Dio suo figlio adottivo. Il tutto siamo noi che andremo nel deserto per seguire Gesù. Il tutto siamo noi che vogliamo invitare i popoli a Nazareth, per allietare i cuori e sollevare le fatiche. Il tutto siamo noi quando, malgrado le amarezze della vita, leviamo gli occhi e diciamo: "Abba, padre". Anche tu, S . Giuseppe, insegnaci, in questa quaresima a dire "Abba! Padre!"; e riprenderemo forza per camminare sulla strada della bella penitenza.

Pace e bene.
Fra Joseph Pio.